mercoledì 9 settembre 2015

Primo periodo e adattamento

Ciao a tutti e bentornati, sono passate ormai tre settimane da quando ho messo piede in freezer, che al momento freezer non è, ma solo ora ho il tempo per raccontarvi in breve quello che mi è successo.
Il 12 agosto, dopo aver lasciato New York, vengo abbandonato in uno degli aeroporti più piccoli al mondo: Traverse city.
Lì vengo accolto, dopo qualche disorientamento iniziale, dalla hmum e dopo i saluti di rito ci avviamo verso casa, che scopro essere a un’oretta di distanza. Hanno una concezione particolare delle distanze, per loro un viaggio che a noi potrebbe risultare lungo è una passeggiata in edicola. Ma in ogni caso dopo un’ora che pensavo sarebbe stata estremamente imbarazzante arrivo a casa senza che mi sia pesata più di tanto, riuscendo anche a scambiare qualche parola incappando nelle difficoltà del caso.
Ho solo il tempo di disfare la valigia, presentarmi all’hdad che è riuscito a tornare a casa per l’occasione, che subito mi viene chiesto se voglio partecipare ad uno spettacolo la sera stessa, non che sia obbligato, ma in realtà non ero così stanco da rifiutare. E allora è implicito che io sia anche disposto ad affrontare altre 2 ore di viaggio, superare il ponte che divide le due penisole e salire nella UP per la prima volta in 5 ore da mio arrivo, non si può dire che non sia stata una giornata piena. La serata prosegue nel migliore dei modi, spettacoli, incomprensioni, presentazioni, interrogatori e interviste, ma non sono un problema finché la stanchezza non comincia a divertirsi per rendermi il tutto più complicato, mischiando pensieri e parole in un bellissimo arcobaleno di caos linguistico e mentale. Alle 21 è ora di affrontare le 2 ore di ritorno, ma gli occhi mi si chiudono continuamente e il viaggio fino a casa sembra estremamente breve, il percorso fino al letto non lo ricordo ma credo sia stato sulle mie gambe e infine so di essermi svegliato il giorno dopo. Ne sono particolarmente sicuro. Il secondo giorno caso vuole che sia il compleanno della hmum, e il gioco simpatico della vita decide di farmi tornare nella Up con le ormai consuete 2 ore di viaggio per una cena di famiglia. Il tutto è molto divertente, non mi sento in imbarazzo e non ci sono problemi. Torno in macchina con il figlio grande, ragazzo che ha dovuto decidere tra medicina e carriera da cantante, ma dimostra la parte di carriera abbandonata durante tutto il viaggio cantando a squarciagola per le ormai consuete due ore, rendendo il viaggio molto più divertente, ma ormai è tardi, ho solo più il tempo di mettermi a letto e aspettare il collasso imminente. Da qui gli avvenimenti sono un po’ più radi e mi limiterò a brevi descrizioni fino ad arrivare più o meno al presente, che sarebbe oggi circa direi.
Le attività non mancano, e in tre giorni ho già fatto 2 spettacoli e ben tre ore di kayak su un fiume stupendo, forse riuscirò ad allegare qualche foto connessione permettendo; (ah la leggenda delle superconnessioni americane non vale a East Jordan) in ogni caso la giornata del kayaking è stata estremamente stancante, rilassante e divertente, non credevate che queste tre cose potessero coesistere? Vi sbagliavate. Ma le novità non sono finite, tocca imparare ad andare a cavallo, e per la prima volta scopro che questi sono animali a comando vocale, non c’è bisogno di tirare briglie o piantare talloni, con qualche verso riuscirete a essere i migliori cowboy del Michigan. Salvo che con me i comandi vocali sembrano non funzionare, credo sia a causa dell’accento, e il mio nobile destriero fa di tutto per evitare di dovermi portare ancora a spasso, compito che ovviamente non gli riesce.
Si passa a qualche giorno di palestra e corse per la strada per tentare di mantenere un minimo di forma che il cibo poco salutare cerca di farmi perdere, e infine ad un destriero a pedali meno nobile del cavallo citato sopra ma sicuramente ubbidiente, e la sua ubbidienza mi porta fino al Lake Michigan, che tanto lake non sembra, sostanzialmente è oceano, con tanto di spiagge, onde e orizzonte piatto. Profuma anche di mare, il che è strano dal momento che pensavo fosse dovuto al sale, che guarda a caso è proprietà esclusiva del mare. Ma ormai ho capito che tutto è sproporzionato, laghi compresi. E sul lago ho potuto navigare in un favoloso giorno di sole; con la “Attitude Check” ovvero il motoscafo della famiglia, mi hanno fatto vedere tutto Lake Charlevoix e dopo essere quasi rimasti senza benzina ho affrontato il mio terzo bagno al lago, o secondo… non ricordo. Seguito dalla root beer, bevanda analcolica stupenda di cui comincerò l’importazione, diversa da qualunque altra bevanda avessi mai assaggiato è risultata un’ottima scoperta.
La sensazione è che tutti siano estremamente gentili e tutti si conoscano, e pur essendo un paese piccolo la vita della comunità è tanta. Mi trovo molto bene, sono accettato tranquillamente e sono tutti curiosi e decisi a spiegarmi tutto quello che sanno sul territorio e sulla vita del paese, sto molto bene. A breve comincerà la scuola, probabilmente alla pubblicazione di questo articolo sarà già cominciata, e allora la sfida ricomincerà. Ben venga, sono pronto.


4 commenti:

  1. capisco il jet lag, ma il 12 di agosto sei arrivato a NY e sei atterrato solo il 15 (ferragosto in italia, ricordi) a Traverse City. Lasciatelo dire da chi conta le ore..

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  2. Sei stato catapultato in un altro mondo, ma penso proprio che sia adatto alle tue attitudini!!! Aspetto report dettagliato sulla nuova scuola....

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  3. Sei stato catapultato in un altro mondo, ma penso proprio che sia adatto alle tue attitudini!!! Aspetto report dettagliato sulla nuova scuola....

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  4. Ottimo inizio di diario attendo il seguito.

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